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Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini

 

Il Parco nazionale dei Monti Sibillini è un’area protetta che tutela il massiccio dei Monti Sibillini e si estende tra le regioni di Marche eUmbria, ricadendo su quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia.Si estende per una superficie di circa 71.437 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso. Il paesaggio predominante è quello del massiccio calcareo della catena degli Appennini, che in questa zona funge da tramite tra le forme più morbide della parte tosco-emiliana e le massime altezze abruzzesi, assumendo tratti severi e scoscesi.Dall’asse principale della dorsale appenninica degradano un versante orientale e uno occidentale. Il primo è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi e ambienti naturali. I fondivalle dei fiumi e dei torrenti si articolano in gole strette e impressionanti (come le suggestive Gole dell’Infernaccio), create dalle attività telluriche e dall’erosione. Più in alto numerosi boschi (soprattutto faggete) si cingono a corona delle valli appenniniche con prevalente andamento nord-sud. Il versante occidentale degrada dolcemente verso l’Umbria con una serie successiva di depressioni ad alta quota, i famosi Piani di Castelluccio.

 

 

 

 

 

Macerata

 

Situata sopra un colle tra le valli del Potenza e del Chienti, Macerata è figlia dell’antica colonia romana di Helvia Ricina. Sorta in pianura (Villa Potenza) lungo l’arteria stradale romana Noceriae – Septempeda – Trea – Auximum – Ancona e, almeno così si ritiene, distrutta dai Goti di Alarico al loro passaggio. L’Imperatore Adriano la rese famosa per un ginnasio ed un ateneo. Venne poi ampliata ed abbellita sotto Pertinace e successivamente sotto Settimio Severo. Distrutta in epoca barbarica (408 d.C.), furono gli scampati alla strage a rifugiarsi sul vicino colle, dando così origine all’odierna Macerata. Sull’origine del nome è stata fatta, nel corso del tempo, una serie infinita di ipotesi. Una, tra le prime, lo imputava a tale Maccio Macro (sembra, uno dei nipoti di Noè), cioè un immaginario Macareo. Un’altra voleva invece che derivasse dalle macerie della vicina Helvia Ricina, utilizzate per la sua costruzione. Oppure da “macèra”, maceratoi per la canapa (molto frequenti, nella zona, all’epoca), o “macèra” sostantivo, che rimanda ai muri a secco utilizzati per la recinzione delle terre. L’ipotesi più accreditata vuole che il nome derivi dal fatto che in zona esistevano delle “maceriae”, pietre e mattoni di costruzioni precedenti, poi riutilizzati. Il nome vuol dire quindi “popolazione che è cinta da muri”. Nel 967, in un documento di Ottone I, si menziona per la prima volta la “terra de Maceriatinis” (attuale colle di Santa Croce). Tra le prncipali attrazione della città vi è lo Sferisterio palcoscenico di meravigliosi spettacoli teatrali.

 

 

La riviera del Conero

La Riviera del Conero è un tratto di costa marina che si affaccia sul Mar Adriatico, poco a sud della città di Ancona, capoluogo di Regione, dotato di un porto turistico e commerciale. Prende nome dalle pendici del Monte Conero, promontorio alto 572 metri, a picco sul mare, protetto nel Parco regionale del Conero, primo parco regionale marchigiano.

 

 

 

 

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Feste popolari

 

Durante il periodo estivo i borghi marchigiani si animano dando vita a feste e sagre popolari, nelle quali è possibile degustare tutti i prodotti della regione Marche, come formaggi, salumi e piatti tipici, oltre ad una ricca varietà di vini.

Molte di queste feste coinvolgono  l’intero paese riportando ai tempi del Medioevo attraverso delle spettacolari rievocazioni curate nei minimi dettagli. Quelle più famose si svolgono nelgli antichi borghi di Sarnano, con il nome di “Castrum Sarnani”, e di San Ginesio, con il nome di “Medievalia”, durante la quale viene svolto anche il palio.

Altro evento spettacolare è la giostra della “Quintana” che si svolge nella città di Fermo verso i primi di agosto, durante questa rievocazione vengono svolti vari giochi tra cui, la Giostra dell’anello che consiste nel centrare un anello appeso ad una una fune con una lancia, il Palio in cui il cavaliere  deve conquistare un drappo di velluto dopo aver affrontato un percorso a cavallo che in antichità si svolgeva per le vie del centro storico. Per finire la Quintana, evento clou della manifestazione, è l’ultima gara e consiste nel colpire il centro di uno scudo con una lancia.

 

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